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INTERVISTA A CURA
DI WANDA MANUNZA
la cucina meneghina)a metà dell’opera mi bloccarono è una banalità.
per diverse ragioni e io avevo già ordinato il materiale, La luce pennellata invece è un’alchimia, una ma-
parlato con lo stampatore per il progetto grafico ecc. gia, tira fuori dei particolari che non ho mai visto nei
Restavano una decina di spazi vuoti ma mi diedero quarant’anni di esperienza che ho. Per cui se sai come
carta bianca, allora finalmente tirai fuori dal cassetto il adoperarla, è una tecnica unica... e devi saperla adope-
progetto che avevo e realizzai una decina di scatti. rare bene ovviamente.”
Oggi posso dire che solo due o tre avevano gli standard
qualitativi che ricerco attualmente, ma feci ugualmente D: “L’idea di usare le cosiddette “nature morte” e quasi
una gran bella figura. Da lì è iniziato tutto. mai persone, è una scelta dettata dagli anni vissuti in
Posso dire che per me realizzare queste immagini è una questo settore, o semplicemente non ami inserire figure
vera e propria terapia, mi diverto moltissimo e sto bene; che potrebbero idealmente raccontare allo spettatore
normalmente lavoro dopo cena...spengo la tv, preparo una storia vissuta?
il set e inizio a scattare. Vado avanti finché sono stanco, R: “Il fatto di fotografare alimenti fa parte della mia sto-
finché non mi bruciano gli occhi”. ria. Io sono specializzato e riconosciuto come fotografo
di gastronomia.
D: “La tecnica della “luce pennellata” che utilizzi, sfida Ho avuto esperienza nella fotografia di beauty, di moda,
un po’ la bellezza della luce naturale del sole, che per ma ho smesso perché mi ero stancato, non c’era stimo-
quanto sia perfetta risulta anche limitata, rispetto ai ri- lo. Mi piace essere totalmente libero nel mio lavoro, con
sultati incredibili che ottieni; hai mai pensato o tentato l’umano questo non accade, anzi è faticoso.
di intrappolarla nelle tue opere? Cosa può togliere e Chissà, forse più avanti.”
cosa può dare all’immagine che crei, la luce naturale del
sole? D: “Come ti è venuta l’idea delle pennellate visibili di
R: “Per poter lavorare con questa luce dovrei avere una protettivo? Lo sai che è copiatissima?”
stanza rivolta al sole, lavorare soltanto in primavera e R: “Tutti copiano ma nessuno riesce a fare ugualmente
estate e solo in certi orari. Quindi non potrei lavorare bene (ridiamo).
con l’otturatore aperto ma soltanto a scatto unico. Io La pennellata nasce anche lei per puro caso e un po’
sono uno dei pochi che ha fatto scuola con la luce. Ad per inesperienza. All’inizio di questo progetto profes-
arte. Portavo a casa il lavoro per via della luce che con- sionale, nel recuperare la tela fotografica fine art, me ne
ferivo alle mie immagini, sto parlando di tempi in cui viene data una opaca, non sapendo che esisteva anche
non esisteva ancora il digitale né fotoritocco...e io rius- quella satinata, ma per me in quel momento andava
civo a riprodurre il sole nel mio studio, che era un se- bene e ho lavorato così. Il risultato finale però non era
minterrato. Per cui potrei anche dire che il suo effetto soddisfacente, non sembrava neanche la mia fotografia;
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