Page 14 - TQMagazine Aprile 2021
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Mentre ascoltavo l’intervista di Fabio Fazio all’ex pre-
Parliamone sidente americano Obama -durante la trasmissione
Rai Che tempo che fa- ho visto un’istantanea del tem-
po che stiamo vivendo, nonché piena coincidenza di
alcuni miei pensieri. Perché le infinite possibilità porta-
no allo smarrimento, invece di indicarci una strada su
misura per noi? E perché la libertà non procede verso
l’incontro dell’altro ma, al contrario, allontana e alimen-
ta l’odio? Non sarà di certo un caso che la riflessione
del presidente Obama si sia conclusa con la frase: «do-
vremmo gestire meglio i nostri social media ed educare
i nostri figli a distinguere la verità dalle cose false».
L’informazione è diventata l’ennesimo social network a
cui siamo iscritti: essa mostra ciò che è più adatto per
te o, per essere più precisi, meglio per loro. Ma loro chi?
Se pensiamo alle prime grandi industrie dell’informa-
zione, la pluralità era assicurata dalla rivalità tra editori,
costantemente impegnati nell’assicurarsi il favore del
pubblico fungendo da gatekeeper, veri e propri “cancel-
li d’accesso” all’informazione. Questo modus operandi
prevedeva un’attenta selezione nella quale vigeva un
forte senso di responsabilità, in primis del direttore e in
seguito dell’ordine professionale dei giornalisti.
Ora, dato il contesto appena descritto, possiamo im-
maginare la rivoluzione tecnologica come un esplosi-
vo: moltiplicati i touch point, frammentate le voci, ri-
dotto drasticamente i costi e indeboliti gli editori. Una
vera e propria “bomba informativa” che ha preso forma
nel sovraccarico cognitivo -o information overload- che
14 per definizione, è lo stato di indecisione a seguito dell’e 15
ALLA DERIVA DEL WEB:
LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE IN RETE
Dott.ssa Olivieri
Cerchiamo di evadere nelle infi nite distese del web: ri-creiamo la nostra identità, ci
esprimiamo liberamente e ci informiamo, altrettanto liberamente. Ma siamo realmente
convinti di aver raggiunto la tanto desiderata libertà, priva di autorità e di controllo?
«Come se oggi vivessimo una fase in cui ciò che è giu- sposizione degli individui ad una quantità di informa-
sto è stato sostituito da ciò che è conveniente e la com- zioni superiore alla loro capacità di elaborazione.
plessità annullata e sostituita con tutto ciò che è istan- Verrebbe da chiedersi il perché questa indecisione
taneo. Come se ne esce?» quando, dopo anni di battaglie contro i monopoli infor-
«Viviamo in un’era in cui siamo annegati dalle informa- mativi e diritti delle minoranze, ognuno di noi ha una
zioni. Non abbiamo mai avuto così tante informazioni propria voce e sembra possa esprimere finalmente la
sulla punta delle dita e non abbiamo mai visto come sua opinione. Forse per lo stesso motivo per cui Oba-
oggi contestare la realtà in effetti così tanto. Ci sono al- ma ha citato i social e l’educazione come cura all’ec-
cuni che informano in modo distruttivo per la nostra de- cesso di informazioni, vere protagoniste di questa “si-
mocrazia. Non solo i social media. Io credo che a causa lenziosa” rivoluzione digitale.
della globalizzazione, tecnologia e di tutti i cambiamen- Ormai non solo entriamo di rado in edicola, ma leggia-
ti anche di tipo demografico, la gente è incerta e quindi mo (più) volentieri online e, alla peggio, ci informiamo
cercano delle risposte troppo facili per spiegarsi delle sui social… in questa cosiddetta Infosfera. Emblema-
circostanze che li confondono nella vita.» tica la definizione del filosofo Luciano Floridi per de-